E’ necessario accelerare la ripresa
Di Carlo Pelanda (14-11-2009)
Il Pil italiano è di nuovo in crescita, ma la ripresa è “lenta”. Ora il problema è come accelerarla.
Il fatto che
il Pil sia cresciuto solo dello 0,6% su base trimestrale dopo cinque trimestri
decrescenti, pur essendo un buon dato che giustifica l’ottimismo e la
soddisfazione del governo, indica un rimbalzo stentato molto lontano
dall’entità di quello che servirebbe per far tornare celermente i volumi
dell’economia, e dell’occupazione, almeno ai livelli del 2007. Finiremo,
infatti, il 2009 con un calo del Pil tra il 4,5 ed il 5% considerando che nel
2008 questo era già sceso dell’1% e
servirebbe nel 2010 e 11 almeno un rimbalzo del 3%, ora non prevedibile in base
ai dati. Perché ripresa lenta?
Semplificando, per quattro motivi: (a) l’economia italiana dipende molto dalle
esportazioni e la domanda globale resta ancora depressa, principalmente, per il
minor traino da parte dell’America in difficile riparazione dopo il cedimento
del 2008; (b) il credito per investimenti è insufficiente; (c) l’eccesso di
costi fiscali e sistemici sulle imprese è un sasso che rallenta il passo della
ripresa; (d) il valore di cambio dell’euro è troppo elevato in relazione al
dollaro, ed allo yuan cinese, e ciò toglie competitività alle esportazioni
europee. Per accelerare la ripresa questi fattori dovrebbero cambiare in modo
favorevole. Il secondo sta migliorando, ma il capitale non sarà abbondante per
molto tempo. Il primo va collegato al quarto. Si prevede che l’America
accelererà la sua ripresa a metà 2010, ripristinando l’effetto locomotiva
globale, ma il recupero non sarà pieno ed il dollaro verrà tenuto basso.
Significa che il traino per gli esportatori in euro ci sarà, ma meno che nel
passato, almeno per un triennio e forse di più. L’Italia, pertanto, dovrà fare più crescita
interna (consumi ed investimenti) per
bilanciare il minor contributo dell’export all’incremento del Pil. Tale
requisito potrebbe essere meno pressante grazie ad una svalutazione competitiva
dell’euro. Ma